
Pagani, la supercar con laurea apre all’elettrico
Una prestigiosa carriera nella progettazione e nella produzione di supercar apprezzate a livello mondiale, la spiccata propensione alla continua attività di ricerca ingegneristica soprattutto nell’ambito dei materiali compositi e la straordinaria ricaduta economica e di immagine dell’attività imprenditoriale all’interno del panorama automobilistico nazionale e internazionale. Sono questi i motivi che hanno motivato l’attribuzione della Laurea honoris causa in Ingegneria del veicolo a Horacio Pagani. A insignirlo del prestigioso titolo è stata l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia (Unimore).
Dalle origini alle supercar, una storia straordinaria
Argentino di nascita, ma italiano di origine, Pagani è uno dei personaggi simbolo della Motor Valley.
La sua passione per le auto la coltiva fin da ragazzino, progettando e costruendo modelli di auto con materiali di fortuna, arrivando ad assemblarne una con le proprie mani a soli 17 anni. Un anno dopo si iscrive all’indirizzo di Industrial Design presso la facoltà locale di Belle Arti; a 22 progetta e costruisce una monoposto di Formula 2.
A 28 anni arriva in Italia e va a lavorare in Lamborghini, dove rimane fino al 1980 arrivando a gestire la Divisione Compositi. Nel 1985, a 30 anni, Horacio Pagani e il suo team costruiscono la prima vettura al mondo totalmente in materiali compositi, la Countach Evoluzione, una pietra miliare per tutte le future applicazioni della fibra di carbonio e dei compositi nell’Automotive.
Gli anni Novanta lo vedono fondare la propria realtà e presentare al Salone di Ginevra del 1999 la Zonda.
Chi ha visto in circolazione una vettura Pagani non riesce a pensare che sia un’auto decisamente al di fuori dei parametri classici: è un po’ come incrociare la Bat Mobile. Ecco perché si è meritata il titolo di hypercar, categoria automotive più che super, cui appartengono vetture davvero stupefacenti. Lo ha rilevato nella sua laudatio anche il docente nonché presidente del corso di laurea inter ateneo in “Advanced Automotive Engineering” Francesco Leali di Unimore:
“il timore di non poter essere davvero all’altezza di presentare il profilo straordinario di Horacio Pagani che, al di là degli evidenti meriti personali, rappresenta l’ideale di realizzazione degli Ingegneri più entusiasti. Un tecnico i cui meriti vanno ben oltre l’ingegneria meccanica e la tecnologia dei materiali compositi, della quale è stato visionario pioniere, perché ispirati da quel concetto di arte rinascimentale che si ritrova pienamente sviluppato solo nel pensiero e nelle opere di Leonardo da Vinci, figura da lui quasi maniacalmente studiata e profondamente amata. Un imprenditore capace di pensare, progettare e produrre veicoli unici, mai esistiti in precedenza, per i quali si è reso necessario coniare una nuova categoria di classificazione”
La supercar “incrocia” l’IoT e progetta un futuro da elettrica
La profonda passione e conoscenza in ingegneria meccanica s’incrocia con la più elevata tecnologia, anche in campo elettronico. L’Internet of Things è parte del percorso, che s’incrocia con quello di Vodafone: tra le acquisizioni strategiche fatte dal colosso della telefonia rientra anche Cobra, oggi Vodafone Automotive, che ha messo a frutto la sua esperienza nel mondo delle auto per creare nuovi servizi, che comprendono navigatori connessi e altri servizi. Per esempio, rifornisce le Sim card montate sulle Pagani Huayra (raffigurata in foto, fonte: Pagani) l’ultima nata nella casa modenese, per permettere il monitoraggio in tempo reale dei dati.
Abbiamo accennato alla Huayra: potrebbe essere l’ultimo modello con motore endotermico della casa. Nel futuro si prospetta un cambio epocale verso l’elettrico. Horacio Pagani ha ammesso di recente in un’intervista alla rivista inglese Autocar che sta seriamente considerando un futuro alimentato elettricamente per le supercar, anzi le hypercar, del marchio.
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