Standard e traguardi comuni nell’IoT
Il numero di dispositivi connessi all’Internet of Things è attualmente in “esplosione”, tuttavia non vi sono ancora accordi o standard condivisi in questo campo. Il framework open source IoTivity nasce proprio per stabilire standard relativi all’abilitazione di prodotti e servizi all’Internet of Things.
Lo scorso luglio, alcuni big del settore quali Cisco, Intel, Samsung e Atmel hanno fondato l’Open Interconnected Consortium (OIC), con lo scopo di migliorare interoperabilità e connettività. Il gruppo, che conta oggi oltre 50 membri, ha lanciato l’anteprima di IoTivity, per la certificazione e la standardizzazione di dispositivi per l’IoT.
Il framework, ospitado dalla Linux Foundation, mira a fornire standard e implementazione open source per permettere a prodotti e servizi di operare insieme, indipendentemente dall’azienda produttrice. “La comunicazione tra macchine e dispositivi sarà fondamentale nel nuovo mondo dell’innovazione tecnologica. Il software open source è un tassello fondamentale per arrivare a questo traguardo – ha commentato Jim Zemlin, executive director at The Linux Foundation -. IoTivity è una grande opportunità per la comunità open source, che supporterà questo obiettivo”.
In qualità di Linux Foundation Collaborative Project, IoTivity è gestito da un gruppo indipendente legato all’OIC e sarà disponibile in vari linguaggi di programmazione, sistemi operativi e piattaforme hardware. Nei prossimi mesi, il consorzio svilupperà e lancerà un’1.0 standard specification e, al contempo, IoTivity permetterà l’implementazione di tale specifica in maniera completamente open source.
Un’altro progetto interessante è invece rappresentato dall’AllSeen Alliance framework, promosso dall’omonimo consorzio nonprofit, sempre tramite la Linux Foundation, che mira a diffondere l’adozione di prodotti, sistemi e servizi che supportino l’Internet of Everything, con membri del calibro di LG, Microsoft, Sharp e Qualcomm.